Cracovia, un viaggio nell’anima dell’uomo

Viaggio della MemoriaDopo una lunga serie di incontri preparatori, grazie all’associazione Deina, il 2 febbraio alcuni ragazzi dell’Istituto S. Grandis, assieme a cinquanta studenti di altre scuole di Cuneo sono partiti alla volta di Cracovia, per visitare i luoghi simbolo della Shoah, come la fabbrica storica di Oscar Schindler, il ghetto ebraico e il complesso del campo Auschwitz-Birkenau.

Viaggio della memoria 2Celeste, Lucrezia, Miriam, Marta, Alina, Alessia, Elisa, Kevin: questi i nomi di noi studenti del Grandis che abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio umano, ognuno con le proprie insicurezze, paure ed aspettative.

Ogni momento è stato uno spunto di introspezione, a partire dal viaggio in pullman, che come ci ha fatto notare Miriam, è stato lungo (40 ore) ma ci ha permesso di alternare momenti più spensierati ad altri di riflessione.

Arrivati, le strade infangate dei campi occupano le nostre anime, invadono le nostre menti e suscitano quesiti carichi di angoscia, come per Alessia, che si è posta una serie di domande: Avrei passato una selezione? Sarei riuscita a dormire almeno una notte in una baracca, a condividere un letto duro, con altre cinque o sei ragazze terrorizzate come me?”.

All’ingresso ad Auschwitz è stato spaventoso sentire dagli altoparlanti i nomi delle vittime.

Al momento dell’uscita dal campo, lo studente Kevin ha affermato: “percepivo grida di dolore, le anime e le vite spezzate, in un tentativo di damnatio memoriae, che ci lascia un’eredità pesante sulle spalle”.

Viaggio della Memoria 3Dopo la visita al ghetto ebraico di Cracovia e alla fabbrica di Oscar Schindler, Elisa ha esternato un pensiero a tutti noi comune: “Questa esperienza ha permesso di toccare con mano le atrocità, la brutalità e l’orrore lì presenti”. Chi non lavorava, veniva inviato ai campi di internamento.

Forse l’interessante osservazione di Lucrezia rende più tangibile ciò che abbiamo provato: “La sera tornati in hotel, dopo la visita, siamo rimasti per ore in silenzio: nessuno riusciva a parlare.”

Celeste, invece, ha voluto ricordare questo viaggio, sottolineandone l’importanza anche futura: “È stata un’esperienza forte, di cui saremo grati per tutta la tua vita, una di quelle che quando riprenderemo in mano una vecchia foto o il quadernetto dei pensieri di viaggio, ripenseremo a quanto siamo stati fortunati di aver potuto farla.”

Infine volevamo lanciarvi un monito: studiate, leggete e vivete esperienze simili, perché ci sia memoria e perché l’uomo lotti affinché atrocità del genere non accadano veramente MAI più.